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Teatro Lolli - Sere d'ottobre
Dal 4 ottobre al 25 ottobre 2008.
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*sabato 4 ottobre: Prometeo male incatenato da André Gide - spettacolo in co-produzione T.I.L.T./Piefrancesco Pisani con la regia di Silvio Peroni, in collaborazione con Comune di Imola - Progetto Giovani e l'Azienda USL del Comune di Imola;
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*sabato 11 ottobre: Le cognate da M. Tremblay - spettacolo per la regia di Silvia Magnani;
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**domenica 12 ottobre: A fior di pelle - cortometraggio di Margherita Ferri e Dalla testa ai piedi - cortometraggio di Simone Cangelosi;
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*sabato 18 ottobre: Spazi della memoria - Dedicato a Leo - spettacolo di Stefano Randisi ed Enzo Vetrano con il laboratorio del C.T.U. dell’Università di Ferrara;
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**domenica 19 ottobre: (dalle ore 16) Dedicato a Leo de Berardinis Incontro/conferenza su Leo - (ore 21) proiezione del film “Totò principe di Danimarca” regia di Leo de Berardinis;
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**sabato 25 ottobre: TEATRO LOLLI luogo di passione progetti partecipazione - presentazione dell’opuscolo di Cristina Gallingani.
*Ingresso agli spettacoli intero € 7,00, ridotto € 5,00 (soci ARCI/UISP).
**Ingresso gratuito per gli altri incontri.
Sabato 4 ottobre
Prometeo male incatenato, da André Gide
con Massimiliano Buldrini, Filippo De Toro, Mario Marascio, Mirco Pisano, Giovanni Vaccaro
regia Silvio Peroni, aiuto regista Francesca Cataldo, Scenografia Giuseppe Laronga
Prendendo spunto dal mito di Prometeo, che sfidò gli dei per dare il fuoco agli uomini, Gide costruisce uno dei suoi lavori più sagaci e disincantati. È uno spettacolo delicato poetico e graffiante allo stesso tempo, nel quale la psicanalisi entra dalla porta principale per una possibile lettura del mito “smitizzato”, con il coraggio non di dissacrare, ma di leggere, in piena libertà, l’animo umano nella sua crudezza, alla luce dell’intelligenza. Nato dalla fantasia del religiosissimo Eschilo, che pure tratteggia un ritratto tutt’altro che lusinghiero del re degli dei, il Prometeo incatenato da duemilacinquecento anni incarna l’ideale dell’individuo in lotta contro il potere. La scelta di portare sulla scena uno spettacolo su questo mito discende dalla considerazione che la figura di Prometeo ha influenzato innumerevoli artisti. Alcuni importanti autori hanno accostato il mito trovandovi una fonte di pensiero e di ispirazione, ne hanno quindi prodotto una rivisitazione, parziale o completa, vitale e appassionante. Non si costruiscono scene, ma vengono elaborati spazi possibili, che l’attore può abitare allontanandosi dalla verosimiglianza e dalla rappresentazione, utilizzando piuttosto l’arma del paradosso, del ribaltamento, della metonimia. Luoghi che costringono ad un esercizio di immaginazione perché possano prendere vita e raccontare una storia.
Sabato 11 ottobre
Le cognate, da M. Tremblay
con Rossana Vanelli Coralli, Paola Gombi, Mariangela Iurato, Cristiano Zapparoli, Mario Coccetti, Antonella Montoni, Valentina Bressanin, Pina Randi, Benedetta Bonomi, Andrea Rizzi, Fabrizio Molducci, Cristina Curcio
regia Silvia Magnani
Si tratta della storia di un gruppo di amiche invitate a casa della signora Lauzon per attaccare agli album un milione di bollini, vinti dalla stessa come premio per la partecipazione a un concorso a punti. Spinte da invidia e gelosia, le donne invece di occuparsi ad aiutare la signora Lauzon finiranno per impossessarsi dei suoi bollini, mandando in fumo definitivamente il suo sogno di diventare ricca. Come scritto nell’introduzione all’opera, Le cognate ha il dono di far sentire le voci contraddittorie e polifoniche di personaggi in fondo archetipici, ma che appartengono anche a una piccola collettività. Le donne divengono, istintivamente, agenti di frustrazione. È una commedia che, nonostante i toni leggeri e gli aspetti comici di alcune situazioni, offre diversi spunti di riflessione sulla natura umana, spesso scissa e combattuta tra la scelta di un ordine di vita collettivamente accettato e l’istinto a lasciarsi andare alle bassezze di una condotta sregolata fino a diventare perfino animalesca. Lo spettacolo è stato selezionato per bè Bolognaestate08.
Domenica 12 ottobre
A fior di pelle
cortometraggio di Margherita Ferri, Elisa Vignando e Ester Luppi (trailer, Italia, 2008, 5’)
in finale al Premio Solinas 2008 nella sezione Documentari
con Artemide Baraldi e O.B. De AlessiUn progetto realizzato da Margherita Ferri, Elisa Vignando e Ester Luppi con la collaborazione di Gender Bender, MIT, Sexy Shock, Collettivo di Antropologia dell'Università di Bologna, Gruppo Giovani Cassero, Associazione Culturale T.I.L.T. Qual è il confine tra norma e devianza nel modo di vivere il proprio corpo e la propria identità? Chi ha il diritto di stabilirlo? Cosa succede quando alcune persone si spingono oltre questo confine? I protagonisti di A fior di pelle testimoniano che i concetti di maschile e femminile non sono luoghi statici attribuiti dalla biologia, ma territori multiformi dove si può partire, arrivare, o semplicemente transitare durante la complessa opera di costruzione della propria identità.
Dalla testa ai piedi
cortometraggio di Simone Cangelosi (Italia, 2007, 28’)
In questo documentario Simone Cangelosi (produttore e regista del video) racconta la storia della sua transizione da donna a uomo; un diario, disincantato e toccante, della trasformazione fisica e psicologica che ha coinvolto il protagonista nel periodo trascorso tra la fine degli anni Novanta e il 2005. Durante la lavorazione da elaborato rigoroso, quasi scientifico, il film ha cominciato ad assumere un corpo e un senso imprevisti, assorbendo gli effetti di quelle stesse trasformazioni vissute dal protagonista e convertendosi, alla fine, in una sorta di diario per immagini. Dalla testa ai piedi è fatto, in sostanza, di una duplice natura: da una parte è un documentario sulla ricerca dell’identità di genere, dall’altra è diventato lo strumento stesso attraverso il quale il protagonista compie questa ricerca. “Produrre Dalla testa ai piedi è stato uno sforzo titanico, per certi versi una follia. Realizzarlo ha significato disattendere tutte le regole del lavoro nel cinema: prima l’ho girato, poi l’ho montato e alla fine il film si è praticamente scritto da solo. Non poteva che essere così per la natura stessa del progetto”.
Sabato 18 ottobre
Spazi della memoria - Dedicato a Leo - spettacolo di Stefano Randisi ed Enzo Vetrano con il laboratorio del C.T.U. dell’Università di Ferrara
Leo de Berardinis, uno dei più sensibili interpreti della scena italiana del secondo Novecento insieme a Carmelo Bene, è scomparso il 18 settembre dopo essere stato in coma dal 2001. Il Centro Teatrale Universitario gli rende omaggio con l’esito finale di un percorso di laboratorio intensivo costruito sulla base di materiale drammaturgici, visioni e immagini ricavate da suoi diversi lavori: da “Totò principe di Danimarca” all’“Impero della ghisa”, a “Il ritorno di Scaramouche” e altri ancora. Spazi della memoria è il titolo dello spettacolo realizzato sotto la guida di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, già rispettivamente attore e aiuto regista di Leo de Berardinis e prestigiosi collaboratori del CTU di Ferrara negli ultimi tre anni.
Domenica 19 ottobre
Dedicato a Leo de Berardinis
(dalle ore 16) - Incontro/conferenza su Leo
(ore 21) proiezione del film “Totò principe di Danimarca” regia di Leo de Berardinis
Incontro con attori e collaboratori di Leo de Berardinis e proiezione dell’unico spettacolo registrato di Leo de Berardinis.
Sabato 25 ottobre
TEATRO LOLLI luogo di passione progetti partecipazione - presentazione dell’opuscolo di Cristina Gallingani
Si tratta di una ricerca che recupera storie di una stagione lontana, quando lo spazio chiuso dell’ospedale psichiatrico “Luigi Lolli” si aprì in modo visibile al mondo esterno. Una stagione ancora viva nel ricordo di molti, quando uomini di teatro varcarono la soglia che divideva la gente della città dalla gente ricoverata in un manicomio secolare, per portare l’idea di un teatro nuovo, di un nuovo modo di fare teatro che si riassumeva in una parola ricca di risvolti e sfaccettature: laboratorio. Era il 14 novembre 1977, poco più di trent’anni fa, quando il Gruppo Libero Teatro di Bologna, di concerto con l’ARCI di Imola, dava il via, al Teatro Lolli, al suo progetto. Un sostegno importante all’iniziativa venne anche da quello che allora era il Coordinamento delle Cooperative, divenuto successivamente Legacoop. Con un’indagine condotta sulla stampa non solo locale, sulle riviste di teatro, su documenti, attraverso le testimonianze raccolte da quanti allora promossero il progetto e da quanti vi parteciparono come utenti, riaffiora un momento di storia imolese del fare teatro.