SABATO 27 NOVEMBRE 2021 ORE 21.00 – TEATRO OSSERVANZA, Imola
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

“Il sadico del villaggio” – Omaggio a Marcello Marchesi

di e con Maurizio Cardillo
con lo sguardo di Paolo Nori

Direzione tecnica : Alessandro Amato
Foto: Paolo Cortesi
Una produzione Liberty ideata da Elena Di Gioia

Organizzazione : Antonella Babbone

Maurizio Cardillo in “I sadico del villaggio”

Maurizio Cardillo mette in scena un vero e proprio omaggio a Marcello Marchesi (1912-1978), scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, autore radiofonico e televisivo, definito da Umberto Eco “il re delle battute fulminanti e un genio del gioco di parole”.

Uno spettacolo che affonda nel linguaggio caustico e corrosivo della comicità. Scrittura sferzante, umorismo dissacrante capace di tratteggiare con il sorriso piccole storie, filastrocche, aforismi, un mondo surreale in cui riconoscere “il meglio e il peggio di noi stessi”.

Nel sogno l’attore bambino vede Marcello Marchesi dentro la TV Philco in bianco e nero. È un signore di mezza età che parla senza pausa dal 1963. Un malloppo di cattiverie esilaranti. Un carosello di slogan con una proliferazione sadica di parole che rende impossibile ogni ordine. Il discorso del signore di mezza età è un flusso di incoscienza.

Smoking, scarpe di vernice, camicia bianca, papillon nero, un clima da sogno degli anni sessanta italiani che arriva fino a noi oggi, una grande prova di attore tra caroselli, aforismi, battute folgoranti che scrosciano come pioggia irresistibile.

Lo spettacolo nasce nell’ambito di “I linguaggi del comico: Marcello Marchesi” ideato da Elena Di Gioia, direttrice artistica di Agorà, su invito di Ateliersi a pensare ad un nuovo progetto di residenza per ResidenSì 2019 e dal desiderio di indagare il linguaggio spiazzante e destabilizzante proprio dell’affondo linguistico con la comicità, in particolare partendo dall’opera, non particolarmente nota al pubblico, di Marcello Marchesi (1912-1978), uno dei fondatori della comicità italiana.

Cosa significa attingere al comico e quali possono essere gli acui e sferzanti patrimoni di riferimento?

Questa nuova sfida è stata affidata all’attore e regista Maurizio Cardillo accompagnato dallo sguardo dello scrittore Paolo Nori.

Lo spettacolo ha debuttato l’8 settembre 2019 al Festivaletteratura di Mantova

In collaborazione con Stagione Agorà, Unione Reno Galliera e Artists in ResidenceSì/Ateliersi

Grazie al teatro Biagi D’Antona di Castel Maggiore, teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento

Maurizio Cardillo siciliano, è attore, autore, regista. Diplomato alla Scuola di Teatro di Bologna e laureato al Dams, fonda da sempre la sua ricerca teatrale su un personale crossover tra letteratura, comicità, poesia. Ha realizzato spettacoli ispirandosi ai suoi autori culto: Robert Walser, Giuseppe Berto, Thomas Bernhard, Elias Canetti, Vitaliano Brancati. In teatro ed in televisione – partecipando a numerosi varietà, tra i quali si ricorda Lupo Solitario, 1987, Italia 1 – ha spesso declinato la lezione novecentesca dell’assurdo e dell’astrazione poetica, della quale ancora si nutre. E’ stato diretto da Elio De Capitani, Gigi Dall’Aglio, Marco Bernardi, Luigi Gozzi, Nanni Garella, Andrea Adriatico, Renato Carpentieri, Elena Bucci, Paolo Billi e altri. Ha recentemente diretto (2016) Ugo Pagliai in Lettera a mio padre da Kafka per il Festival Verdi di Parma. Dal 2007 collabora stabilmente, come attore, con la Compagnia Le Belle Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Con questa formazione lavora negli spettacoli Hedda Gabler, La Locandiera, Santa Giovanna dei Macelli, Regina la paura, Antigone, firmati dalla regia di Elena Bucci e replicati in molti teatri italiani ed internazionali. Collabora dal 2015 con la Società dei Concerti e la Casa della Musica di Parma per la creazione di recital di poesia e musica dei quali è interprete e regista. Nella stagione 2018/19 lavora nello spettacolo L’anima buona del Sezuan di Bertolt Brecht, compagnia Le Belle Bandiere, regia di Elena Bucci, produzione Ert Emilia Romagna Teatro Fondazione e Ctb Centro Teatrale Bresciano e nella produzione de Il sadico del villaggio. Omaggio a Marcello Marchesi, prodotto e commissionato dalla stagione teatrale Agorà, diretta da Elena Di Gioia, in collaborazione con Ateliersi per la residenza che sarà affiancata da un confronto con Paolo Nori.

Marcello Marchesi (Milano, 4 aprile 1912 – Cabras, 19 luglio 1978), giornalista, autore radiofonico e televisivo, scrittore che ha riempito le sue parole e la sua scrittura di un umorismo dissacrante, una scrittura sferzante, capace di attraversare con il sorriso piccole storie, filastrocche, aforismi, un mondo surreale in cui riconoscere “il meglio e il peggio di noi stessi”.

La sua vita privata e la sua carriera si incrociarono con le fasi salienti e i personaggi più importanti della storia italiana del 1900. Giornalista e collaboratori di giornali umoristici quali Bertoldo, Marc’Aurelio, il Tascabile di Zavattini e Omnibus di Leo Longanesi, continuando poi a scrivere programmi radiofonici per l’EIAR, poi Rai e canzoni per l’Orchestra Circolo Jazz Hot. Fu scrittore e regista di una cinquantina di testi per il teatro di rivista, interpretati da Carlo Dapporto, Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Gino Bramieri, Wanda Osiris, Alberto Sordi. Fu sceneggiatore, insieme con Vittorio Metz, di molti dei film di Totò. Dopo un primo esordio letterario nel 1932 con la raccolta di poesie Aria de Roma, negli anni sessanta pubblicò la trilogia Essere o benessere (1962), Diario futile di un signore di mezza età (1963) e Il sadico del villaggio (1964). Tra i suoi libri figurano anche Il presente si muove, Sancta pubblicitas, Il definizionario, I cento neoproverbi, Il meglio del peggio, I libri degli scherzi, e i romanzi Il malloppo, premio per l’estate 1972, e Sette zie (1977). Tradusse per la casa editrice Mondadori alcuni dei primi albi del fumetto Asterix. Nel 1939 avviene la svolta sia per la sua carriera teatrale che cinematografica, quando conosce Macario e inizia a lavorare per lui nella la rivista teatrale Trenta donne e un cameriere e fornendo battute per quello che viene considerato il primo film comico italiano, Imputato alzatevi, grande successo di pubblico, firmato dalle redazioni congiunte di Bertoldo e Marco Aurelio, il meglio di allora. Da quel momento la sua carriera è in continua ascesa e con la rivista di Macario impara e si allena per quelli che diverranno i suoi sketch radiofonici e televisivi. Gli anni ‘50 e ‘60 saranno i suoi anni d’oro. Per la televisione scrisse e realizzò spettacoli come Il signore di mezza età, Te lo ricordi, Invito al sorriso, Ti conosco mascherina, La prova del nove, Questo sì questo no, La piazzetta, Lui e lei, Lei, lui e gli altri, Valentina, Le piace la mia faccia, L’amico del giaguaro e Canzonissima (1968 e 1972). È considerato il primo copywriter italiano, perché creò, con la nascita della televisione, più di 4.000 caroselli e notissimi slogan pubblicitari («Con quel sorriso può dire ciò che vuole», «Non è vero che tutto fa brodo», «Il signore sì che se ne intende», «Il brandy che crea un’atmosfera»).

BIGLIETTI

Intero : 10€; ridotto: 5€ (under 25 e over 65)

In ottemperanza alle norme Covid, l’ingresso è consentito solo esibendo il Green pass.

Per informazioni tel.: 3405790974 (ore serali); info@tiltonline.org